Negli ultimi anni, l’uso del contante sta subendo una drastica riduzione. Sempre più ATM vengono rimossi, le banconote in circolazione diminuiscono e il cittadino si trova sempre più vincolato all’uso delle transazioni digitali. Questo cambiamento, promosso dalle istituzioni finanziarie e dallo sviluppo tecnologico, sta portando a una società sempre più orientata verso i pagamenti elettronici. Tuttavia, la trasformazione non è priva di conseguenze, sia in termini economici che sociali.
ATM in estinzione e la riduzione del contante
Le statistiche mostrano un calo costante degli sportelli ATM, con sempre più istituti bancari che ne riducono il numero a causa dei costi di gestione elevati e della crescente digitalizzazione dei pagamenti. Questo fenomeno ha un impatto significativo soprattutto nelle aree rurali, dove la presenza di uno sportello bancomat era un servizio essenziale per chi non ha accesso immediato ai servizi bancari digitali.
A ciò si aggiunge una riduzione della quantità di banconote in circolazione, spinta sia dalle politiche delle banche centrali che dall’adozione sempre maggiore di strumenti elettronici. Tale tendenza sta creando una dipendenza crescente dai circuiti bancari per effettuare qualsiasi transazione, anche la più semplice, con inevitabili implicazioni per la libertà finanziaria dei cittadini.
Il controllo del cittadino attraverso i pagamenti digitali
L’eliminazione progressiva del contante ha anche risvolti legati alla privacy. Ogni transazione elettronica lascia una traccia, rendendo più facile per governi e istituzioni monitorare le spese dei cittadini. Questo potrebbe portare a una perdita di autonomia economica, con il rischio che certi tipi di pagamenti vengano controllati o limitati.
Inoltre, esiste il pericolo che chi non possiede un conto corrente o una carta di pagamento venga di fatto escluso dal sistema economico. A ciò si aggiunge la possibilità di blocchi o limitazioni sui conti in caso di difficoltà finanziarie o contestazioni, rendendo i cittadini più vulnerabili alle decisioni delle istituzioni bancarie.
Le commissioni sulle transazioni POS e i piccoli importi
L’obbligo sempre più diffuso per gli esercenti di accettare pagamenti con POS ha aperto la questione delle commissioni sulle transazioni. Per importi ridotti, queste spese possono diventare una barriera, con alcuni commercianti che cercano di disincentivare i pagamenti elettronici oppure impongono un limite minimo di spesa per l’uso del POS.
Questo fenomeno penalizza soprattutto chi preferisce pagare piccole somme senza dover sostenere costi aggiuntivi. Inoltre, le commissioni bancarie non sono uniformi, creando differenze tra piccoli esercenti e grandi catene, che possono negoziare condizioni più favorevoli. Alcuni commercianti, per evitare perdite, preferiscono rifiutare del tutto il pagamento elettronico, specialmente in settori a bassa marginalità come tabaccherie e ricevitorie.
Il caso delle ricevitorie e il pagamento in contanti
Un esempio emblematico del problema è rappresentato dai pagamenti delle vincite al gioco, come il Lotto. Mentre un tempo era normale riscuotere le vincite in contanti, oggi sempre più spesso viene richiesto l’accredito su conto corrente, aumentando ulteriormente il controllo sui movimenti finanziari dei cittadini.
Inoltre, molte ricevitorie rifiutano i pagamenti con bancomat per evitare di andare in perdita a causa delle commissioni applicate sulle transazioni elettroniche. Per queste attività, ogni pagamento elettronico rappresenta un ulteriore costo, riducendo i già bassi margini di guadagno. Questo porta a una disparità di trattamento tra chi può permettersi di accedere ai pagamenti digitali e chi invece si trova costretto a usare il contante, spesso con maggiori difficoltà.
PagoPA e le commissioni a carico del cittadino
Anche la pubblica amministrazione sta spingendo per i pagamenti digitali, attraverso sistemi come PagoPA. Tuttavia, in molti casi le commissioni delle transazioni vengono scaricate direttamente sui cittadini, aumentando il costo effettivo di alcune operazioni che un tempo potevano essere svolte senza oneri aggiuntivi.
Ad esempio, il pagamento di tributi locali, multe o servizi comunali comporta spesso una commissione aggiuntiva che grava sul cittadino, rendendo più onerose le transazioni rispetto all’uso del contante. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla reale convenienza della digitalizzazione dei pagamenti quando i costi vengono trasferiti ai contribuenti invece di essere assorbiti dal sistema pubblico.
Conclusioni
La progressiva eliminazione del contante e la digitalizzazione delle transazioni rappresentano una trasformazione epocale del sistema finanziario. Se da un lato esistono vantaggi in termini di comodità, sicurezza e tracciabilità, dall’altro emergono criticità legate alle commissioni, alla privacy e al controllo economico dei cittadini.
L’abbandono del contante non deve trasformarsi in una penalizzazione per le fasce più deboli della popolazione, né in un sistema di sorveglianza finanziaria. In un contesto sempre più cashless, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione e libertà finanziaria, garantendo che il progresso tecnologico non si traduca in nuove forme di esclusione o di controllo economico delle persone.
Sarà essenziale che le istituzioni considerino non solo l’efficienza del sistema digitale, ma anche i diritti dei cittadini nell’accesso libero e non oneroso ai propri strumenti di pagamento.